Dipendenze a distanza

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Il termine generico "dipendenze a distanza" (unbounded distance constructions, long-distance dependencies) è spesso usato in letteratura per racchiudere diversi fenomeni:

  • topicalizzazioni:
    • [Nel cassetto]i, ti ho detto che l'ho messo i.
    • [Someone like Mary]i, I wouldn't ask @i anything.
  • frasi relative:
    • Biagio mi ha restituito il libro chei gli avevo prestato @i.
    • Biagio mi ha portato il libro chei aveva promesso di prestarmi @i.
    • Mary read the book thati John had lent @i her
  • wh-questions:
    • [Che libro]i hai comprato @i ieri?
    • [Che libro]i ha detto Diego che Gabriella ha comprato @i ieri?
    • [Which book]i did Mary buy @i yesterday?
    • John asked [which book]i Mary bought @i yesterday.
  • scissioni:
    • È stato Andreai, che Biagio ha rimproverato @i.
    • It was John whoi Mary asked @i something.

Tutti i fenomeni elencati comportano la dislocazione di un costituente (a volte chiamato filler, riempimento), che non si trova più in situ ma in un'altra posizione (a volte chiamata gap, o trace, traccia, che indichiamo negli esempi presenti in questo articolo con il simbolo "@"). Fenomeni di questo tipo sono quindi un problema nell'analisi sintattica delle lingue a ordine fisso, in cui si deve tener conto di cambiamenti nell'ordine dei costituenti, e in particolare sono problematici per quei formalismi fortemente basati sull'ordine lineare, come la Phrase Structure Grammar. Sono invece più elastici da questo punto di vista altri modelli, come la Dependency Grammar.

Un formalismo che descriva questi fenomeni deve quindi rendere conto di alcune cose:

  1. la posizione del costituente non in situ;
  2. la relazione di dipendenza tra il costituente non in situ e il suo posizionamento "non marcato";
  3. il fatto che queste relazioni non abbiano restrizioni sulla distanza tra il costituente non in situ e il suo posizionamento "non marcato" (se non ovvie restrizioni legate a risorse fisiche della memoria del parlante).